In preparazione alla giornata di domani, contro la tratta di esseri umani, vi proponiamo la riflessione di una operatrice dell’unità di strada.

Maria non esiste.

Eppure la vediamo camminare, piccola e fragile, tra le strade fredde e solitarie.

Maria non esiste.

Eppure qualcuno le ha rubato i documenti, il Nome, il Cognome.

Senza sapere come, quando e perché la sua identità è scomparsa.

Eppure si fermano in tanti vicino a lei e la chiamano per nome.

Maria non esiste.

Eppure ci sono uomini che toccano e cercano il suo corpo per possederlo anche solo per pochi minuti e di nascosto.

Maria non esiste.

Eppure è qui e scrive il suo nome davanti a noi e per essere sicura di averlo scritto bene, con le sue dita esili, conta più volte le lettere. Ci sono tutte! Storte, non molto chiare ma sono tutte.

Maria esiste, il suo Nome è completo.

Maria esiste!

È quella ragazza che vediamo tutte le settimane sul ciglio di una strada; che accende un fuoco per scaldarsi, o troviamo accovacciata dietro ad un cespuglio come un cane, per ripararsi dal freddo, nell'attesa di "consumare il suo lavoro" quotidiano.

Maria esiste!

È quella Donna che piange e grida: "sono qui solo per mio figlio, per dargli da mangiare e non farlo morire di fame". Maria è una mamma. Maria esiste.

Maria esiste!

Ma è in gabbia, sembra destinata a rimanere lì perché è invisibile.

Incastrata nell'ignoranza, nella povertà e in quei legami mortiferi che solo la strada può "regalare".

Maria esiste, la vediamo sempre.

Esiste perché la sua vita è un pugno allo stomaco ogni volta che ci incontriamo.

I suoi occhi trafiggono l'anima.

Una Donna non può vivere così!

Non può vivere pensando che la strada e il vendere il proprio corpo per 20 euro o poco più siano l'unica soluzione per la sua vita!

Non può non avere la possibilità di altro.

Se le tante "Maria" che vediamo in strada tutte le settimane non hanno più la possibilità di sperare, allora siamo noi che stiamo smettendo di esistere.

Abbiamo smesso di esistere tutte le volte che ci siamo dimenticati che quella Donna sulla strada è mia sorella. Carne della nostra stessa umanità.

Il mondo della tratta è agghiacciante, perché ci permette di incontrare storie di donne, uomini e bambini che vorrebbero vivere ma un sistema troppo concentrato su di sé li ha sconfinati ai margini del mondo; là dove tutti vedono ma nessuno può intervenire.

La sosta di qualche minuto due volte a settimana, non risolve problemi.

Non le toglie da quella sporcizia, non sconfigge questa piaga, ma è respiro.

Fermarsi lì accanto è come dire ogni volta a Maria: "tu esisti, io ti vedo".

Riconoscerle come Donne, Madri, Figlie, Spose, Sorelle, Amiche è ridare dignità ai loro corpi feriti, sporchi, inutili, invisibili.  È riconoscere che quella vita è parte di me, parte di noi.

È vita in cerca di Vita.. proprio con noi.. come me.. come te!

Ed è così che loro ridanno vita a Noi.

Perché non ci lasciano nel torpore dell'indifferenza e dell'abitudine. Ci sollevano lo sguardo e danno la forza per continuare a credere e sperare che la libertà è possibile per tutti.

È scritto nelle pagine del Vangelo: "Nessuno vada perduto".

Nessuno escluso dalla dignità della vita!

E fino a quando ci sarà qualcuno escluso, Signore, donaci cuori pronti e occhi attenti che instancabilmente rimangano ai cigli delle strade per portare il tuo lieto annuncio e seminare ancora la speranza.

 

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